Cola Di Rienzo
ottobre 08, 2021Il capopopolo fa celebrare la messa nella chiesa di Sant'Angelo in Pescheria, invoca ancora una volta la protezione dello Spirito santo e muove verso il Campidoglio seguito dalla folla e persino dal vicario pontificio. Il discorso sul colle inizia con una dichiarazione di fedeltà per il papa, poi cambia bruscamente tono, dichiarando che le tasse dovranno confluire nelle casse comunali e non in quelle pontificie, arrivando a manifestare la volontà di requisire tutti i terreni pontifici in favore della gente comune. La folla in visibilio lo dichiara tribuno e gli affida il governo cittadino. È questo l’apice della vita di un uomo e del sogno di libertà e riscatto di un popolo che dovrà aspettare ancora mezzo millennio prima di liberarsi dal potere di aristocratici e papi. Dopo forti contrasti con la nobiltà romana, infatti, il pontefice farà dapprima arrestare Cola di Rienzo e poi nel 1354 lo spedirà di nuovo a Roma con la nomina di senatore, affiancato dal vicario pontificio per restaurare il governo temporale della Chiesa. La storia ci tramanda, però, un uomo trasformatosi in un despota spietato. L’8 ottobre il popolo torna in Campidoglio, questa volta per deporre il senatore con la violenza. Cola sarà ucciso brutalmente, il suo corpo appeso a testa in giù in piazza San Marcello e poi trascinato al mausoleo di Augusto, dove verrà bruciato. Oggi sul fianco sinistro della scalinata che conduce al Campidoglio, una piccola statua ricorda il luogo dove l’esistenza terrena di Cola di Rienzo giunse all'epilogo.
(Claudio Colaiacomo - I Love Roma)
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