La Fontana delle Naiadi
febbraio 16, 2021La piazza si chiama ora “della
Repubblica”, ma per i romani è, e sarà sempre, “Piazza Esedra”. E al centro di
“Piazza Esedra” si trova una fontana, che non attira più tanti sguardi e
attorno alla quale, ogni giorno, si aggroviglia il traffico cittadino della
stazione Termini. Eppure, poco più di un secolo fa, questa fontana fu oggetto addirittura di
grande scandalo per la città. In quel punto arrivava il ramo dell’Acqua Marcia, che
alimentava le terme di Diocleziano, e la fontana ne è la Mostra, a sostituzione
di quella provvisoria voluta da Pio IX a fine Ottocento. Quando nel 1885 si
decise per la nuova sistemazione della piazza, il progetto per la fontana fu
affidato allo scultore Mario Rutelli, bisnonno dell’ex sindaco di Roma, che la
realizzò nel 1901.
È considerata una delle più belle tra quelle contemporanee,
ma la Roma di allora, quella mattina del 1901, quando si trovò di fronte alla
Fontana delle Naiadi, si scandalizzò terribilmente. Sembra che lo scultore abbia
utilizzato come modella la bellissima moglie Carlotta, realizzando quattro
ninfe completamente nude: poco importava che fossero di bronzo, quei corpi
metallici bagnati dall’acqua rilucevano ancora di più al sole. Successe un
putiferio! Mai si erano visti nudi femminili così verosimili esposti in
pubblico. Le quattro Ninfe, distese mollemente, in atteggiamenti simpaticamente
impudichi, erano rappresentate ognuna con un animale simbolico del proprio
ambiente: la Ninfa dei laghi con il cigno;
quella dei fiumi, poggiata su un
mostro fluviale;
la ninfa degli Oceani mentre doma il cavallo selvaggio,
simbolo dei marosi
e infine, la ninfa delle acque sotterranee, sdraiata sul
dorso di un drago.
Roma si divise in due partiti: all’ala conservatrice del
Governo, quelle ninfe in posizioni considerate “languide”, apparvero
troppo audaci, addirittura perturbatrici dell’animo dei minorenni; al contrario, il Comune, di idee più progressiste, non ci vedeva nessuno scandalo. E allora,
in attesa di un accordo, fu innalzato intorno alla fontana un alto steccato, una
barriera che nascondeva la fontana alla vista. Lo steccato ebbe, però, l’effetto
contrario a quello per cui era stato innalzato. Forse perché ormai le fantasie
nascoste degli uomini di mezza Roma erano state scatenate, il luogo divenne meta
di pellegrinaggio: ragazzini, giovani e curiosi più attempati, si recavano alla
barriera e cercavano qualche foro nel legno per poter sbirciare le belle figure
proibite, tanto che anche l’“Osservatore Romano” disse la sua, disapprovando il
via vai dei giovani, che si aggiravano nottetempo per la piazza, cercando di sbirciare
le figure proibite dietro le palizzate. Alla fine, arrivò – a furor di popolo –
l’inaugurazione della fontana. A provocarla furono, come al solito, i giovani,
stufi di tanta bigotteria. Il 10 febbraio 1901, primo giorno di carnevale, alcuni
ragazzi, studenti universitari, stanchi di aspettare, abbatterono la recinzione.
Fu la spinta, per il Comune, a decidere finalmente la – laica – inaugurazione dell’opera.
Mancava ancora la statua centrale, che venne aggiunta solo 13 anni dopo.
Un primo
modello, realizzato in malta, fu presentato nel 1911: tre figure umane, un
delfino e un polpo avvinghiati in una lotta, costituivano un bizzarro accrocco, che i romani ribattezzarono subito come “il fritto misto di Termini”. Rutelli
fu quindi costretto a concepire una nuova opera. Nacque così il Glauco, che
doveva simboleggiare il dominio dell’uomo sulla natura, “l’Uomo Vittorioso
delle Forze Brute della Natura”, ma si sa…l’ironia dei romani è proverbiale, e
anche questo, che piacque sicuramente di più, per loro era solo “l’uomo con il
pesce in mano”, che ha ispirato al celebre cantastorie popolare, er Sor
Capanna, il più bello e il più sagace fra i suoi sonetti. Il “bizzarro accrocco”
è quello che ora si trova nei giardini di Piazza Vittorio.
(Gabriella Serio - Curiosità e
segreti)
(Mario Spagnol - Guida ai misteri
e segreti di Roma)
(Fabrizio Falconi - Misteri e
segreti dei rioni e dei quartieri di Roma)
(M. Silvia Di Battista - Roma
curiosa Terzo volume)
(Sabrina Ramacci - 1001 cose da
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