La piazza ripulita
novembre 05, 2020
Chi arriva a Roma vuole senz’altro
visitare il Pantheon, un monumento rimasto immutato nei secoli e magari
ammirarlo da fuori, godendosi una pausa e uno spuntino.
Vecchie incisioni
mostrano com’era la zona ancora agli inizi dell’Ottocento, quando sulla piazza
affacciavano molte trattorie ospitate in casupole di legno, alcune che servivano
i piatti all’aperto con il corredo di una vista eccellente, altre che
accoglievano gli ospiti all’interno. Per chi era di passaggio c’erano dei
chioschi che vendevano spuntini veloci.
Nei primi anni del suo pontificato, Pio
VII, papa dal 1800 al 1823, certo non badava alla presenza di queste modeste
costruzioni e forse non aveva neanche il tempo di andare a passeggio per la
città, dato che per 15 anni fu impegnato nel conflitto con Napoleone e nel
1808, con l’occupazione di Roma, venne persino fatto prigioniero. Solo sette
anni più tardi, dopo la sua liberazione e la restaurazione dello Stato
pontificio, fece ritorno nella Città Eterna. Fu allora che fece demolire le
locande del Pantheon e apporre sulla facciata di una delle case una grande targa
di marmo on un’iscrizione: “Papa Pio VII nel ventitreesimo anno del suo pontificato
liberò, tramite un’accorta demolizione, l’area davanti al Pantheon occupata da
ignobili taverne e ordinò che la visuale del posto fosse lasciata libera e
aperta”.
Eppure, talvolta la storia gioca brutti scherzi, dato che fino a poco
tempo fa, proprio sotto la targa, aveva aperto un fast food di una nota multinazionale
americana. Ora il locale ha chiuso, e non certo per l’”ignobilità” della sua offerta
gastronomica, ma perché ristoranti del genere, pur se richiesti dai turisti,
non sono molto apprezzati dai romani. Oggi, attorno alla piazza, perennemente
affollata, ci sono in tutto tredici tra trattorie, caffè e posti dove mangiare.
Chissà cosa avrebbe detto Pio VII.
(Annette Klingner – 111 luoghi di
Roma che devi proprio scoprire)
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