La scala di Sant'Alessio
maggio 19, 2021Andando a visitare la chiesa di
Sant'Alessio, prima di uscire fermatevi un attimo a guardare l’altare che è all'inizio
della navata di sinistra: racchiusa in una grande teca di vetro inclinata e
sostenuta da candide schiere di angeli e putti, c’è una lunga trave di legno
antico e corroso. A guardarla meglio, si capisce che si tratta di una scala: ed
è precisamente la scala della leggenda di Sant'Alessio. Figlio del senatore Eufemiano,
vissuto nel V secolo, Alessio era destinato a magnifiche nozze, ma “abbandonò
la sala splendente di luci e affollata di ospiti che, ricorda il Gregorovius,
era stata addobbata per il suo matrimonio e invece di abbracciare la
nobilissima sposa, le rivolse un sermone sulla vanità di tutti i piaceri
terreni; poi, coperto di un umile saio, se ne andò ramingo per tutti i più
remoti deserti della terra”. Si recò in Palestina, visitò i Luoghi Santi, visse
di elemosine davanti alla porta di una chiesa di Edessa e, dopo molto tempo,
tornò a Roma. Magro, con la barba incolta, coperto di stracci, si presentò di
nuovo al padre che, naturalmente, non lo riconobbe, ma, credendolo un
pellegrino, gli consentì di ripararsi sotto una scala del suo palazzo, proprio
sotto la scala che oggi vediamo sull'altare. Là sotto, dice la leggenda,
Alessio visse diciassette anni, maltrattato dai servi che salivano e scendevano
la scala e si prendevano beffe di lui. Si cibava di rifiuti e attingeva l’acqua
dal pozzo che si vede anche oggi nella stessa navata della chiesa. Un attimo
prima di morire, come si vede negli affreschi della chiesa sotterranea di San
Clemente, Alessio confidò la sua storia al papa, il quale avvertì subito il
senatore Eufemiano e la sposa. Intanto, un coro di voci angeliche cantava le
sue lodi. Le campane di Roma si misero a squillare a festa tutte insieme, senza
essere mosse da mano umana. Quando le sue spoglie furono sotterrate nella
chiesa che allora era dedicata soltanto a San Bonifacio, una celestiale, soavissima
fragranza si diffuse per l’aria di Roma. Più tardi (1217) Alessio, santificato,
fu da Onorio III associato a San Bonifacio nel titolo della chiesa: ma oggi la
chiamano tutti Sant'Alessio e basta.
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