San Bonaventura al Palatino

giugno 08, 2020


Uno degli ingressi al Foro Romano è situato davanti all'Arco di Tito, lungo la via Sacra che sale dal piazzale del Colosseo. Si tratta di una strada suggestiva, immersa tra le antiche rovine e lastricata con i ciottoli tipici delle strade romane: gli antenati dei sampietrini. Pochi metri prima dell’ingresso all’area archeologica, sulla sinistra, inizia via di San Bonaventura.


Nonostante la presenza dei turisti, numerosissimi nella zona, la strada riesce a mantenere un’aria segreta, perché sono veramente pochi i visitatori che la percorrono. È una strada senza uscita e dunque non soggetta al transito casuale e si sviluppa su una ripida salita che fa scoraggiare anche il più determinato viaggiatore. Vale davvero la pena di percorrerla, magari a passo lento per non stancarsi troppo, ed è consigliabile una giornata primaverile o autunnale.


Man mano che si sale si aprono scorci incredibili su Foro Romano, Colosseo e Arco di Costantino, che da quassù si ammira da un’altra prospettiva. Dall'alto, le rovine assumono un aspetto diverso, offrono un punto di vista completamente nuovo ma anche la possibilità di essere apprezzate nella calma e nel silenzio caratteristici della via.


La strada termina con una brusca curva a sinistra. D’improvviso, si apre alla vista una piazzetta che fa dimenticare di trovarsi nel centro di una grande metropoli. Piuttosto, si ha l’impressione di essere finiti tra i vicoli e le piazzette di un piccolo borgo. La chiesa di San Bonaventura è la, con la sua semplice facciata al centro della quale è la statua del santo.


Costruita per volere del cardinale Francesco Barberini, nel 1625, e dedicata a San Bonaventura da Bagnoregio, fondatore in Roma della Confraternita del Gonfalone. Anche l’interno della chiesa, a navata unica, è molto semplice. All'altare maggiore si rinviene una Immacolata Concezione di Filippo Micheli di Camerino.


Al civico 7 di via Bonaventura, vi è un convento, annesso alla chiesa, inizialmente affidato ai francescani scalzi spagnoli, che alla fne dell’Ottocento fu in parte abbattuto per permettere  delle ricerche archeologiche. 




(Claudio Colajacomo - Il giro di Roma in 501 luoghi)
(Sabrina Ramacci - 1001 cose da vedere a Roma almeno una volta nella vita)

You Might Also Like

0 commenti

POST POPOLARI