La Madonna dell'Archetto

luglio 07, 2020



La storia del Santuario più piccolo di Roma inizia con una Madonnella sul muro, in fondo ad un vicolo. L’immagine fu voluta dalla marchesa Muti Papazzurri, che la commissionò al pittore bolognese Domenico Muratori, un allievo del Carracci, autore, fra l’altro, della più grande pala d’altare di Roma, presso la Basilica dei Santi Dodici Apostoli. 


L’immagine fu collocata in un’edicola, sotto un archetto, in un vicolo che collegava la via di San Marcello a piazza della Pilotta. Siamo a due passi dalla Fontana di Trevi, eppure la sua posizione è cosi nascosta da sfuggire all'attenzione dei numerosi passanti, che quotidianamente si aggirano da quelle parti. Il primo evento prodigioso si verificò intorno al 1696, quando la Vergine mosse per alcuni minuti gli occhi. La notizia si diffuse rapidamente e il luogo cominciò ad attirare numerosi devoti in pellegrinaggio, così nel 1751 si provvide a chiudere le due entrate al vicolo con dei cancelli, per proteggere l’immagine e i preziosi doni che i fedeli facevano alla Madonna per grazia ricevuta. 


Il 9 luglio del 1796 accadde di nuovo un evento miracoloso e questa volta coinvolse ben venticinque altre immagini sacre sparse per le edicole di Roma: tutte mossero gli occhi e piansero. A quel punto la fama della nostra Madonnella raggiunse le stelle e una cinquantina di anni dopo, gli eredi della marchesa Muti Papazzurri, fecero costruire a Virginio Vespignani, la bella chiesetta che vediamo oggi. 


Lo spazio non era molto, ma l’architetto realizzò un vero e proprio gioiello di arte neo rinascimentale, tanto che, in seguito, il tempietto fu dichiarato monumento nazionale d’arte. L’interno è ricco di preziosi marmi e sculture. La volta è affrescata da Costantino Brumidi, un pittore da noi poco conosciuto, ma molto famoso negli Stati Uniti, dove ebbe più fortuna, arrivando a decorare il Campidoglio di Washington e per questo chiamato il “Michelangelo degli Stati Uniti”.


Ogni anno, la seconda domenica di luglio, una funzione religiosa celebra i miracolosi prodigi.


(Gabriella Serio - I Tesori nascosti di Roma)
(M.S. Di Battista - Roma curiosa)

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