Il Museo delle Mura
giugno 06, 2021Roma è, in gran parte, ancora
circondata dalle sue Mura, anche se sono vissute più da intralcio che come
prestigioso monumento. Ne ho già parlato ampiamente descrivendone il percorso e
ognuna delle porte che le circondano. Ma c’è un Museo, inaugurato nel 1990,
dove è possibile coglierne l’incredibile fascino, con l’opportunità di percorrerne
un tratto dall’interno. La location è una delle più suggestive di Roma: Porta
San Sebastiano, al termine della via omonima, poco dopo aver oltrepassato l’Arco
di Druso, sulla destra.
Si sviluppa su due piani, più una meravigliosa
terrazza. Purtroppo, l’allestimento espositivo, che fino a poco tempo fa, era
costituito da numerosi pannelli esplicativi e diversi plastici e modellini in
scala, oggi è quasi totalmente sparito. Nella prima sala in cui si entra è
possibile assistere ad un filmato che riassume brevemente la storia della
Regina Viarium; nel pavimento, in travertino, un mosaico a tre colori
rappresenta due cervi e una tigre in agguato.
Ma non fatevi fuorviare, sta lì dagli anni Quaranta, quando il segretario del partito fascista Ettore Muti, fece eseguire alcuni lavori negli ambienti interni della Porta per adattarli ad abitazione e studio privato e vi rimase dal 1941 al ’43. Si attraversa poi un tratto che corrisponde al percorso che sovrasta l’arco d’ingresso della porta S. Sebastiano, che collega le due massicce torri laterali. Anche qui al centro della sala un mosaico in bianco e nero che rappresenta un condottiero a cavallo con intorno soldati ed armi, anche questo eseguito nello stesso periodo del precedente. Sulla parete in alto ci sono le mensole di travertino in cui passavano le corde per manovrare la grata che, scorrendo attraverso la fessura sul pavimento che ancora vediamo, protetta da vetro, scendeva a chiudere l’arco d’ingresso della porta.
Entriamo nella torre est dove al centro della sala un plastico ci mostra
il percorso delle antiche mura Serviane e Aureliane, mentre lungo le pareti
troviamo tre riproduzioni delle mura dall’età di Aureliano ai restauri di Onorio
nel V secolo d.C.
Saliamo al piano superiore e in un piccolo ambiente, a fianco della torre ovest, sulle pareti sono alcuni calchi in gesso delle
croci incise nella pietra sopra gli archi di ingresso di alcune delle porte
della cinta muraria.
Si passa quindi nella torre Ovest, dove una volta avremmo
trovato pannelli relativi a notizie riguardanti le porte delle Mura, la via
Appia e le diverse tecniche edilizie utilizzate dai Romani, dopo l’opera
quadrata, oltre ad un plastico che riproduceva il tratto di mura tra porta Asinaria
e l’anfiteatro castrense. Ora è un suggestivo ambiente vuoto.
Attraversiamo il
secondo corridoio che collega le due torri sopra il fornice di ingresso e entriamo
nella torre est, dove sulle pareti sono visibili resti di disegno a carboncino,
forse i bozzetti preparatori di figure che poi saranno eseguite ad affresco o a
scultura quando la porta san Sebastiano venne decorata in occasione del
passaggio di Carlo V nel 1536.
Ma il “reperto” più prezioso di tutto il Museo è senza dubbio l’incredibile panorama che si gode dalla terrazza superiore.
Scendendo al primo piano, una porticina ci conduce al camminamento di circa 350
metri lungo le mura, che fu restaurato in occasione del Giubileo del 2000. Una
lunga galleria coperta intervallata da dieci torri dove, con la fantasia, si
possono immaginare i soldati di guardia camminare avanti e indietro,
controllando dalle feritoie l’arrivo di eventuali invasori.
Il museo rientra nel circuito dei musei gratuiti gestiti dal Comune di Roma, dove sicuramente non troverete mai una folla di visitatori, armati di macchine fotografiche, ma dove potrete salire tutte le volte in cui avrete voglia di provare la sensazione di essere a tu per tu con l’antichità, con la bellezza mozzafiato della città, in un posto che è quasi un segreto.
(Sabrina Ramacci - 1001 cose da vedere a Roma)
(Ilaria Beltramme - 101 cose da fare a Roma almeno
una volta nella vita)
(Claudio Colajacomo - Il giro di Roma in 501 luoghi)
(museodellemura.it)
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