Villa Aldobrandini
novembre 18, 2021Era, forse, la residenza più
famosa e blasonata di Roma; oggi, invece, è un parco pubblico, quasi invisibile
nel tessuto della città, che pochi romani conoscono. Un’area verde tra le più
discrete, protetta da imponenti muraglioni, dietro i quali un giardino pensile,
ricco di fiori e alberi, nasconde un piccolo paradiso nel cuore di Roma, tra il
Quirinale e lo splendore dei Fori.
Le sue origini sono antichissime, questa zona,
infatti, era tra le preferite dai romani, che qui vollero costruire i loro
sontuosi palazzi e templi. Nel Cinquecento, su alcune di queste antiche rovine del I secolo d.C., venne edificata la residenza della famiglia Vitelli, ad opera
di Carlo Lombardi. Nel 1600 la villa fu venduta a Clemente VIII, che, a sua
volta, la donò, l'anno successivo, al nipote, il cardinale Pietro Aldobrandini,
il quale volle edificare una delle più prestigiose residenze romane: Villa
Aldobrandini, circondata da un parco da “Le mille e una notte”.
L’architetto di
fiducia è Giacomo Della Porta, al quale viene affidata la direzione dei lavori. Realizza una nuova facciata, amplia il corpo centrale e arricchisce il giardino con alberi ad alto fusto, nonché busti e sculture, logge dipinte,
scalinate e fontane.
All’interno della villa, per almeno due secoli, i saloni accolsero
una collezione d’arte tra le più incredibili dell’epoca: capolavori di Bellini,
Correggio, Veronese, Tintoretto, Tiziano, Mantegna, Leonardi, solo per citare i
più famosi, che purtroppo andarono dispersi per questioni ereditarie. Alla
morte del Cardinale, la villa passò, per via ereditaria, alle famiglie Pamphilj
prima e Borghese poi, che trasferirono nelle proprie Gallerie gran parte della
collezione Aldobrandini. Agli inizi dell’Ottocento, la Villa fu sede del
govenatore francese a Roma, Sesto Miollis, riacquistando nuova importanza, per
tornare poi di nuovo in mano agli Aldobrandini.
Alla fine dell’Ottocento la
decadenza della famiglia e i lavori di ristrutturazione urbanistica della zona
ridussero drasticamente le dimensioni della villa: venne tagliata in due dall’apertura
di via Nazionale e nel 1926 passò allo Stato italiano.
Resta ora solo un
belvedere sopraelevato e alberato con un affaccio mozzafiato su largo
Magnanapoli, che davvero in pochi conoscono, anche perché l’unico accesso al
giardino è, oggi, quello in via Mazzarino, dove, sono riconoscibili le
imponenti strutture romane su cui la villa fu edificata.
Negli anni dal 2013 al
2016 la Villa fu oggetto di interventi di restauro del giardino e degli arredi
artistici. La completa mancanza di manutenzione e il quasi totale stato di
abbandono in cui versa oggi, ha praticamente reso inutili tali lavori.
(Fabrizio Falconi - Misteri e segreti dei rioni e dei quartieri di Roma)
(Sabrina Ramacci - 1001 cose da vedere a Roma)
(Romanoimpero.com)
(Sovraintendenzaroma.it)
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