Una scelta felice (nascita di Roma)
febbraio 23, 2020Roma c’è e la leggenda vuole che
fosse fondata da Romolo, più fortunato del fratello Remo nell'avvistare il volo
favorevole e beneaugurante degli uccelli. Questa cosa, diciamoci la verità, non
ci è del tutto chiara perché se due scrutano il cielo, peraltro all'epoca
sgombro di costruzioni, è probabile che un passaggio di uccelli finiranno per
vederlo in contemporanea. Il fatto è che non ci hanno raccontato bene come
stanno le cose, che invece hanno un fondamento storico, un luogo preciso e una
sequenza logica. Intanto rechiamoci sul posto dove accadde la vicenda e mettiamoci
sul sito che fu scelto dal perdente, approssimativamente il giardino degli
aranci, luogo alto, panoramico, che ci consentirà di capire bene la vicenda.
Dunque,
Remo scelse la parte più prossima al fiume e più bassa del colle Aventino che
invece si eleva più in alto verso San Saba, mentre Romolo scelse il colle che
era oltre la larga valle dove ora si intravede la sede del Circo Massimo, il colle
Palatino.
L’avvistamento aveva regole precise, altrimenti non avrebbe avuto il
favore degli dei: doveva avvenire stando fermi in un punto preciso, una
piattaforma costruita appositamente, in legno rialzata da terra, ma con misure
precise (circa 9x9 metri), sostanzialmente un podio quadrato; la posizione dell’augure
doveva essere a metà del lato quadrato che guarda al Tevere e i volatili “idonei”
dovevano transitare entro i vertici del quadrato sul lato opposto, vertici che erano
obbligatoriamente orientati in direzione di Albano. Le due piattaforme puntavano,
insomma, verso la via Appia, luogo di origine dei due fratelli, il cui nonno Numitore,
re di Albalonga, aveva trasmesso loro, in quanto re, il diritto di considerarsi
benedetti dagli dei e quindi con la capacità di ingraziarsi i loro buoni
auspici nella scelta del luogo e dell’onore di fondare una nuova città. Avesse vinto
Remo, avrebbe fatto la città verso l’Eur, ma vinse Romolo e scelse il Palatino.
Il nostro punto di osservazione ci consente di capire che prima della costruzione
dei grandi muraglioni di contenimento per proteggere Roma dai ricorrenti straripamenti
del fiume, fatti dopo l’Unità d’Italia, quello della piazza Bocca della Verità
era il punto in cui il fiume si insinuava verso la vallata Velia del Circo
Massimo, dove si perdeva in un vasto acquitrino. Il fiume, risorsa preziosa,
era a portata di mano, bastava scendere dal Palatino, colle sufficientemente
alto per evitare le inondazioni. In definitiva, la scelta di Romolo era la
scelta più felice.
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