Il mercato del pesce

luglio 06, 2020



Fin dal Medioevo, il mercato del pesce cittadino si trovava nella “contrada Judaeorum in regione Sancti Angeli”, ovvero nel rione Sant'Angelo dove si estende il ghetto ebraico. Un chiaro indizio sul punto in cui fosse esattamente lo troviamo nella chiesetta sul fianco del Portico d’Ottavia, intitolata a Sant'Angelo in Pescheria, sulla cui facciata, una scritta ricorda che l’oratorio è il luogo di preghiera riservato ai pescivendoli. 


Il portico di Ottavia era un enorme piazzale rettangolare, delimitato da una doppia fila di colonne e da quattro ingressi monumentali. Risale al II secolo a.C. ed è dedicato alla sorella di Augusto. La sua estensione copriva tutto lo spazio del Ghetto odierno. Attualmente restano solamente uno degli ingressi monumentali e alcune colonne allineate lungo la via del Portico d’Ottavia. La zona prendeva il nome di Foro Piscario, come tuttora ricorda la via omonima. Da qualche anno è stata predisposta una piccola rampa, che permette ai visitatori di scendere sotto le rovine e calpestare l’antico livello stradale.


È una visita incantevole, tra l’altro gratuita, da non perdere, e consente di ammirare alcuni angoli veramente insoliti del portico e del teatro di Marcello. 


Rappresenta, oltretutto, una buona occasione per curiosare tra i resti antichi alla ricerca di indizi utili per rammentare l’antico mercato del pesce. Prestando molta attenzione ai dettagli tra le rovine del portico, scopriamo una piccola lapide con inciso il numero 2: non si tratta di un improbabile civico tra resti antichi, ma della targa che indicava uno dei banconi, tutti rigorosamente numerati. 


Altri indizi emergono. A destra della chiesa, un’altra lapide sancisce, solennemente in latino, che le teste dei pesci più grandi della lapide stessa, comprese le pinne, dovevano essere consegnate ai Conservatori di Roma, ovvero ai tre magistrati che, insieme al capo di tutti i rioni, costituivano il cosiddetto Magistrato Romano. Alcuni sostengono che fossero usate per la mensa dei poveri, altri per preparare prelibatezze riservate ai potenti della città.


Una lapide analoga, ma molto più decorata, si trova oggi proprio nel Palazzo dei Conservatori, con tanto di storione scolpito. Per raffinare la nostra ricerca, è utile affidarsi agli acquerelli e alle incisioni dei secoli scorsi, ve ne sono alcune meravigliose di Samuel Prout e Roesler Franz. Queste ci mostrano i banconi del pesce fatti di grossi lastroni di marmo allineati tra colonne, antiche arcate e capitelli.


Scopriamo in questo modo che il mercato si allungava esattamente sotto gli archi laterali del Portico d’Ottavia, in posizione longitudinale rispetto alle colonne sopravvissute, lungo la direttrice della via omonima. I banconi per la vendita si susseguivano all'interno del monumento fino all’area prospicente il Teatro Marcello.





(Claudio Colajacomo - Il giro di Roma in 501 luoghi)
(Claudio Colajacomo - I love Roma)

You Might Also Like

0 commenti

POST POPOLARI