La firma del Borromini

agosto 25, 2020

Sui pilastri della chiesa/oratorio dei Re Magi

Borromini ha un suo stemma o una sua impresa, strettamente personale, che non manca mai di riprodurre in ogni suo monumento, minore o maggiore che sia: un cherubino (o una testa d’angelo) dalle grandi ali aperte. In qualunque monumento borrominiano, osservando con attenzione, prima o poi scopriamo l’angelo.
Particolare della cupola di San Carlo alle Quattro Fontane
Questa insistenza ha un vago sapore freudiano. Borromini, al suo arrivo a Roma, pieno di speranze, di idee, di sogni, di capacità, fu confinato da Carlo Maderno, suo parente e protettore, in umili lavori da scalpellino nel portico di San Pietro, dove appunto gli furono affidate le testine d’angelo della decorazione. Questo motivo, ripetuto innumerevoli volte, diventò probabilmente per lui un’ossessione, quasi un “tic” o un rito. 
San Giovanni in Laterano: particolare soffitto navate laterali
E il grande lombardo non fu mai più capace di liberarsi del suo angioletto alato. I più belli fra tutti gli angeli borrominiani sono i due che inquadrano la lapide sopra l’ingresso (all'interno) della chiesa/oratorio dei Re Magi, incorporata nel palazzo di Propaganda Fide.
Interno Chiesa/oratorio dei Re Magi
Sono così amorosamente accarezzati e così intensamente espressivi, da staccarsi da tutti gli altri; e trova credito, almeno come suggestiva ipotesi, l’opinione di alcuni, che si tratti di opera autografa, eseguita dalla mano stesso del Borromini. (La qualità pessima della foto non rende molto l'idea, sarà mia cura sostituire con foto migliore al più presto).

Cupola di Sant'Ivo alla Sapienza - Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori - Chiesa di Sant'Agnese in Agone

(Guida ai misteri e segreti di Roma)

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