La Papessa Giovanna

marzo 14, 2020


Senza i gossip di Liutprando di Cremona, forse Teodora e Marozia sarebbero scivolate nell'oblio, dimenticate, rimosse e cancellate. L’unico modo per raccontare la storia di due donne capaci di dominare gli uomini più potenti di Roma, era ridurla a una serie di pettegolezzi, maldicenze, insinuazioni. Senza volere e poter negare la lunga lista di nefandezze compiute dalle nostre signore, bisogna ammettere che gli uomini coinvolti nelle vicende non fanno certo una bella figura, così deboli da risultare incapaci di resistere a uno sguardo seducente, talmente privi di personalità da farsi manovrare come pupazzi. Per forza Teodora e Marozia per la storia ufficiale dovevano diventare due mostri, puttane spudorate e menadi furibonde, come le definì il vescovo pettegolo. Proprio la spregiudicatezza, la volontà e la capacità di trasgredire ogni regola sociale dimostrata da Marozia sono alla base di un altro famosissimo pettegolezzo medievale: la leggenda della papessa Giovanna. Se Marozia si era atteggiata a “papessa” manovrando il figlio Giovanni XI come fosse un burattino, perché una donna non sarebbe potuta diventare papa? Sono in molti a credere che la leggenda della ragazza che si finse uomo per essere eletta pontefice sia nata da una maldicenza messa in circolo per mettere in crisi l’autorità papale. Un pettegolezzo scandaloso, ambientato nel IX secolo ma inventato intorno alla metà del XIII, così potente da diventare leggenda. Come ogni leggenda che si rispetti, anche quella della papessa Giovanna vanta diverse versioni. Chi dice che Giovanna, o Gilberta, avesse origini inglesi e lasciò la patria per andare a studiare ad Atene, chi invece sostiene fosse originaria di Magonza e andata in Inghilterra per seguire il suo innamorato e chi avanza l’ipotesi che si fosse innamorata di un monaco e, pur di stare con lui, si sarebbe vestita da uomo e avrebbe cominciato il noviziato con il nome di Giovanni Anglico finché, colta in flagranza di reato amoroso, sarebbe stata costretta a lasciare Magonza con il moroso iniziando a peregrinare. Tutte le versioni portano comunque all'amore di Giovanna per la cultura e alla conseguente decisione di fingersi uomo e prendere i voti per essere libera di continuare a studiare. I risultati arrivarono presto: Giovanna divenne una studiosa di fama e si fece notare nella Curia per la sua cultura, la generosità, la saggezza, la squisita eloquenza e le numerose virtù, tanto che nel 855 riuscì a farsi eleggere papa con il nome di Giovanni VIII. Tra le sue molteplici doti, oltre a una straordinaria capacità di dissimulazione, c’era anche la fedeltà: in tutti questi anni la papessa era rimasta fedele al suo grande amore, il religioso di cui sopra, amante ufficiale anche dopo l’elezione. Niente di sconvolgente: l’eccezione sarebbe stata un papa senza amante. Sennonché la nostra papessa rimase incinta e questo sì, per un pontefice, era davvero inaudito. Secondo un’altra versione della storia, però, non ci sarebbe stato nessun amante storico ma Giovanna avrebbe sedotto un diacono che, accortosi che il pontefice era donna, superate le iniziali perplessità, si sarebbe lasciato andare alla passione mettendola incinta. A ogni modo, la papessa rimase incinte e la sua brillante ascesa si concluse dopo soli due anni di pontificato con un grande scivolone. Le cronache raccontano che durante una solenne processione diretta a San Giovanni in Laterano, il corteo fu costretto a fermarsi per un’indisposizione del santo Padre: stava per diventare madre.


Sembra che la papessa, in preda alle doglie, scivolò dal cavallo e partorì davanti alla folla attonita. Attonita e infuriato: secondo una versione della storia, Giovanna fu linciata seduta stante, mentre altre fonti sostengono che ne uscì illesa, ma venne allontanata da Roma. Quasi tutti sono concordi nel sostenere che non sia mai esistita e che la leggenda della papessa sia di fatto una “fake news” creata per mettere in ridicolo l’autorità papale. Va anche detto che la Chiesa stessa avrebbe avuto tutto l’interesse a trasformare uno scandalo in un pettegolezzo fasullo per evitare la vergogna di dover ammettere di essere stata gabbata da una donna così colta e astuta da intrufolarsi in un mondo maschile, per giunta arrivando al vertice. Verità o leggenda, rimane il fatto che la storia della papessa, ha lasciato non solo il segno, ma anche un’antica liturgia. Da quel momento, tanto per andare sul sicuro ed evitare brutte sorprese, fu stabilito che prima dell’elezione fosse necessario accertarsi che ogni nuovo pontefice avesse gli attributi. Il papa veniva fatto accomodare su una sedia speciale con un buco al centro, la sella stercoraria, mentre due diaconi verificavano che avesse i testicoli prima di pronunciare la frase di rito. “Habet duos testiculos et bene pendentes”. Probabilmente, più che con la leggenda di Giovanna, questo rito simbolico aveva a che fare con il desiderio della Chiesa di rendere manifesto il suo ruolo di Madre attraverso un gesto di umiltà, quasi umiliante. La scandalosa vicenda della papessa compare anche nella prima storia pontificia pubblicata nel 1479, Vitae Pontificum romanorum, ma il suo nome non compare nella lista ufficiale dei pontefici (cosa che non stupisce). Forse non è mai esistita questa donna così audace da prendersi gioco dell’autorità, delle leggi, dei divieti e degli uomini e la sua impresa è solo frutto di un pettegolezzo di cui rimane una leggenda e un vicolo a Roma che per tanto tempo si è chiamato Vicus papissae, e che corrisponde oggi a via dei Querceti, dove all'angolo con via dei Santi Quattro venne costruita un'edicola sacra lì posta per purificare un luogo segnato da un evento così sacrilego e nefasto, ma in realtà il vicus si chiamava così perchè vi risiedeva un membro femminile della ricca stirpe dei "Papa", il cui capofamiglia, guarda caso, si chiamava Giovanni.



Rimane anche la certezza, però, che senza l’ardito esempio di Teodora e Marozia, nessuno avrebbe mai avuto tanta fantasia da immaginare che una donna nel Medioevo potesse farsi largo in un mondo di uomini e invece di diventare madre, com’era ritenuto all'epoca il suo dovere principale e come lo sarà ancora per molto tempo, divenne il Sommo Padre.

(Giulia Fiore Coltellacci - Storia pettegola di Roma)

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