Ghetto: Piazza delle Cinque Scole

marzo 23, 2021

Di fronte alla casa di Lorenzo Manilio, attraversando la strada, ci troviamo in piazza delle Cinque Scole. In passato, il muro del Ghetto aveva diviso in due parti quest’area: all’interno si trovava piazza delle Scòle e una parte di piazza Giudea; all’esterno il vicolo dei Cenci, piazza dei Cenci e l’altra parte di piazza Giudea che era intitolata a Santa Maria del Pianto. È così chiamata dalla presenza delle cinque scuole ebraiche che qui sorgevano. Tra le mille restrizioni imposte agli ebrei c’era anche quella che vietava loro di avere più di una sinagoga, che abilmente aggirarono incorporando, sotto un unico tetto, cinque diverse congregazioni o “scholae”. C’era la “Scòla Nova” e la “Scola del Tempio” per i romani, e le Scole “Catalana”, “Castigliana” e “Siciliana” che raccoglievano gli esuli. Oggi non rimane più nulla di loro, furono distrutte durante i lavori di sistemazione dell’area tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento.

Piazza delle Cinque Scole "ieri e oggi" - foto di Marco Razzi
Sulla piazza affaccia il grande Palazzo Cenci-Bolognetti, dall’unione dell’unico erede della famiglia Cenci, Girolamo, e i conti Bolognetti. Il palazzo fa parte di quell’insieme di case, appositamente demolite per realizzarlo, che costituivano la cosiddetta “isola Cenci”.


Sull’architrave del bel portale, sovrastato da una loggia, si legge inciso il nome delle due famiglie. Al centro della piazza si trova la bellissima fontana, di Giacomo della Porta, fatta erigere da Gregorio XIII nella seconda metà del XVI secolo, affinchè “anche gli Ebrei avessero refrigerio dell’acqua e abbellimento” e denominata “la fontana del Pianto”


perché in origine si trovava presso la chiesa di Santa Maria del Pianto, al centro di quella che era “Piazza Giudea”. Motivo di pianto lo avevano anche gli ebrei che venivano portati presso la fontana, vicino alla quale era situato il palo  dove si faceva “justitia per gli Hebrei”: venivano giudicati per i loro reati e, qualora fossero stati ritenuti colpevoli, i loro beni venivano messi all'asta. Di quella collocazione originale ne è rimasto il disegno nei sanpietrini in via del Portico d’Ottavia proprio di fronte alla casa di Lorenzo Manilio.


La suddetta chiesa di Santa Maria del Pianto è totalmente nascosta all’occhio non attento, essendo priva di facciata principale. Dalla piazza si scorge appena la caratteristica cupola che si presenta, all'esterno, completamente inglobata in un tiburio ottagonale, coperto di tegole, su cui si trovano quattro finestre rettangolari ed un orologio circolare. Della chiesa, e della leggenda che la riguarda, ne parlerò nel prossimo post


.

(romasegreta.it)
(viaggiandonelmondo.it)

You Might Also Like

0 commenti

POST POPOLARI