La Rota Porphyretica

febbraio 19, 2022

Quando si entra nella Basilica di San Pietro, il senso di stupore e meraviglia, per la vastità e lo splendore della chiesa, è grande. L’altezza, le sue decorazioni dorate, le sue statue, distolgono l’attenzione da un particolare che è proprio nella navata centrale, sul pavimento, subito dopo il portone d’ingresso.


Si tratta di quel grande disco di porfido rosso egiziano. È la famosa “rota porphyretica” o ruota dell’incoronazione, proveniente dall’antica basilica di San Pietro, quella edificata da Costantino. Quasi nessuno ci fa caso, eppure questo disco marmoreo rappresenta uno dei simboli più importanti per il ruolo secolare della Chiesa. Talmente importante che, in passato, non poteva essere calpestata dal popolo comune per nessun motivo. Non si trovata lì, ma molto più avanti nella chiesa. Il chierico Giacomo Grimaldi fu un testimone oculare delle demolizioni e delle ricostruzioni di San Pietro e riprodusse fedelmente l’ambiente dell’antica basilica costantiniana.

(foto da Internet)
Le rote erano quattro: due in marmo egiziano, delle quali una immediatamente dopo la soglia e due in porfido. Nella riproduzione del Grimaldi, la rota porphyretica è la più grande delle quattro e viene evidenziata dal colore rosso, al centro della navata in prossimità dell’altare del Santissimo Sacramento. La sua importanza è dovuta al fatto che su questa pietra tonda prendevano posto gli imperatori, durante il sacro rito dell’Incoronazione, per ricevere dal papa il crisma e la corona imperiale. Ventitré furono imperatori e re che si inginocchiarono su di essa, a partire da Carlo Magno, che fu incoronato il 25 dicembre 800 da papa Leone III, fino a Federico III incoronato il 19 marzo 1452.


 


(M. Silvia Di Battista – Roma Curiosa vol. 4)
(geoitaliani.it)

 

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