Trinità dei Monti

gennaio 17, 2021


Assecondando il gusto barocco, è concepita proprio come una scenografia, con una fontana, una scalinata e una chiesa, elementi architettonici di cui Roma è piena, ma la differenza è che, in questo caso, sono assemblati in modo tale che il risultato è un unico complesso armonico, monumentale ed elegante. Una delle piazze più rappresentative della città è stata, oserei dire, litigata dalle potenze straniere, che qui, a partire dal tardo Cinquecento, si sono contese il ruolo di primedonne. Ha cominciato la Francia con la costruzione della chiesa, dedicata alla Trinità, sulla sommità del monte, e ha risposto la Spagna collocando ai piedi dello stesso monte la sua ambasciata presso la Santa Sede.


Tutte e due ancora resistono allo stesso posto e chissà se continuano a guardarsi in cagnesco. A tal punto le due potenze si sono contese la scena che, per circa un secolo, una metà della piazza si chiamò “di Francia” e l’altra “di Spagna”. Il nome attuale non dovrebbe lasciare dubbi su chi abbia avuto la meglio, ma a pensarci bene la Francia domina dall’alto la piazza con la sua chiesa, come una diva pronta a scendere le scale, mentre la Spagna se ne sta buona a un lato della scena. Quando la lite iniziò, la scalinata non c’era ancora. E neanche la fontana della Barcaccia. Costruita agli inizi del Seicento da Pietro Bernini, padre del celebre Gian Lorenzo, è una scenografica soluzione che riuscì, simulando un barcone semisommerso, a sfruttare artisticamente l’inconveniente della bassa pressione dell’acquedotto Vergine, che impediva alla fontana di zampillare acqua verso l’alto. Di necessità virtù.


Poi è stata la volta della scalinata. Fu il cardinale Mazzarino, francese di origini italiane, a voler reclamare il palcoscenico, pensando di realizzare una monumentale scala al posto del ripido e polveroso pendio del Pincio, collegando la piazza con le proprietà francesi, sul pizzo del monte. Solo che il cardinale esagerò con la smania di protagonismo, pretendendo che in cima alla scalinata venisse collocata una statua equestre del re Sole (al suo posto sarà messo l’obelisco Sallustiano). Alessandro VII si oppose, i soldi mancavano e quindi non se ne fece niente fino al 1723, quando Innocenzo XIII affidò il progetto a Francesco De Sanctis. Il risultato fu una movimentata successione di rampe, che si allargano e restringono, un’ampia terrazza a metà salita (per far riprendere fiato) e poi due ali laterali a tenaglia, che arrivano fino allo spiazzo davanti alla chiesa.


Questa meravigliosa soluzione scenica fu realizzata dal De Sanctis non solo per una questione estetica. Pare, infatti, che i preti di Trinità dei Monti lo avessero avvisato che la salita del Pincio era il luogo scelto dalle coppiette per i loro amoreggiamenti. Per rimediare, l’architetto realizzò una scalinata che si apre completamente allo sguardo. E così la Francia sembrava aver messo a segno il punto decisivo ma, ironia della sorte, gli americani chiamano comunemente la scalinata Spanisch Steps (scalinata spagnola). Scalinata, fontana e chiesa: ci sono tutti gli elementi chiave dell’architettura barocca nella costruzione di un prodigio che non può non affascinare.


(Giulia Fiore Coltellacci - 365 giornate indimenticabili da vivere a Roma)

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