Il Foro Italico

novembre 08, 2021

Passeggiando lungo il Tevere, da Ponte Milvio a Ponte Sublicio, per fotografare i ponti più belli, sono passata davanti al grande complesso del Foro Italico e un’ondata di ricordi mi ha assalita. Abitavo da bambina a Monte Mario, non distante da qui, e mio padre quasi ogni domenica ci portava a pattinare in quel piazzale che si trova davanti al grande monolite in marmo bianco di Carrara, celebrativo del periodo mussoliniano.


Una grande cancellata ora recinta tutto il complesso, essendo parte dell’entrata per lo stadio Olimpico, e attraversando l'ingresso percorro il lungo viale, un tempo liscio e bianchissimo, dove con mia sorella e i nostri pattini a rotelle di legno, sfrecciavamo su e giù. Ai lati, i tanti riquadri del pavimento realizzato in mosaico, bianco e nero, che rappresentano soggetti sportivi e rievocativi dei fasti della Roma imperiale.


Man mano che mi avvicino alla curiosa grande sfera in marmo bianco, che orna la cosiddetta fontana del Globo, mi rendo conto di quanto enorme mi apparisse, quando, da bambina, le giravo intorno, sempre pattinando. Di fronte il grande stadio Olimpico, che non ritrovo nei ricordi, probabilmente perché ampliato e rimodernato negli anni Novanta, in occasione dei Mondiali in Italia, e forse meno appariscente di oggi.


Il Foro Italico nasce come “Foro Mussolini”, creato come un’area dedicata alle discipline sportive, corredato di palestre, piscine, campi da gioco, piazzale per le parate militari e stadio per il calcio e l’atletica leggera. Progettato da Enrico Del Debbio, la sua costruzione durò quasi una decina di anni. Comprendeva l’Accademia fascista di educazione fisica (dove oggi è la sede del Coni), lo Stadio dei Marmi, lo stadio dei Cipressi (attuale Olimpico) e lo stadio del Nuoto. Tutti gli impianti sportivi sono ancora attivi. Per innalzare l’obelisco di diciassette metri di marmo di Carrara, con tanto di incisione autocelebrativa a caratteri cubitali, ci vollero ben cinque anni e si racconta che sotto la base sia custodita una piccola cassaforte blindata, con all’interno, alcune monete d’oro e un cartiglio con un’iscrizione celebrativa del mito del duce.


Il vicino Stadio dei Marmi nasce come campo per la ginnastica e l’atletica leggera. È ornato da 60 statue di marmo di Carrara, donate dalle provincie d’Italia, che rappresentano atleti impegnati nelle diverse discipline sportive.


Per quasi quaranta anni, rimase “orfano” di una statua, quella del lanciatore di giavellotto, andata distrutta dopo essere stata colpita da un fulmine. Tornata al suo posto il 27 luglio del 2006, la statua è più bianca delle altre e per la sua realizzazione furono utilizzate foto storiche e i suggerimenti del figlio dello scultore che realizzò la statua originale, Aldo Buttini.


Alla sinistra dell’obelisco si trovano l’Istituto Universitario di Scienze Motorie (IUSM) con, leggermente arretrato, anche un auditorium della Rai e un edificio che ospita l’impianto al chiuso per il nuoto: una bella piscina, che dispone di una profondità variabile, con pozzetto di cinque metri, che consente anche l’attività dei tuffi da trampolino di 10 metri.


I due edifici sono uniti tra loro da un corridoio sospeso che, sorprendentemente, ospita una vasca utilizzata dagli atleti più giovani o per il riscaldamento prima delle gare. Fa un po’ impressione passarci sotto, sapendo il peso che sovrasta quel passaggio!





(Gennaro Rinaldi – Stravaganze romane)
(Giulia Fiore Coltellacci – 365 giornate indimenticabili da vivere a Roma)
(Claudio Colajcomo – Il giro di Roma in 501 luoghi)

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