La Cappella Spada nella chiesa di San Girolamo della Carità

marzo 20, 2022

Nei pressi di Piazza Farnese, in via di Monserrato, la chiesa di San Girolamo della Carità, custodisce al suo interno un prezioso gioiello del Seicento, che per lungo tempo si era ritenuto fosse un capolavoro poco noto di Francesco Borromini: la Cappella Spada. La chiesa sorge sulle fondamenta dell’antica casa della matrona Paola, di cui San Girolamo fu molto spesso ospite. Egli era stato chiamato a Roma da papa Damaso, per la traduzione della Bibbia. La Cappella è la prima a destra della navata e studi recenti hanno rivelato che l’autore è in realtà Virgilio Spada, che fu elemosiniere segreto di Innocenzo X e Alessandro VII, guidandone la politica architettonica e fratello del cardinale Bernardino. Nel 1654 decise di riprogettare la cappella di famiglia all’interno della chiesa di San Girolamo e sicuramente fra i vari artisti che interpellò vi era anche il Borromini, di cui era sostenitore e collaboratore.


Ma se del Borromini esiste solo un disegno vagamente somigliante a quello eseguito, la descrizione lasciata da Virgilio Spada, di come vedeva la sua cappella, risponde, invece, alla realtà. Secondo il prelato la cappella doveva essere “una stanza addobbata, giacchè le cappelle anticamente si chiamavano cubicola Sanctorum”. E infatti la nostra cappella sembra proprio un elegante stanza, di quelle che si trovavano, a quel tempo, nelle lussuose abitazioni, tutta ricoperta di marmo ad imitazione di una tappezzeria e lo stupore nell’ammirarla è davvero grande. Pareti, altare e pavimento, interamente rivestiti di marmi mischi alla maniera “napoletana”, decorazione davvero insolita. Appesi alle pareti con dei finti cordoncini in marmo, troviamo dei medaglioni ovali che rappresentano san Francesco e San Bonaventura oltre ad alcuni parenti di Virgilio Spada.


Ai due lati della cappella, come in un vero salotto, semisdraiati su due raffinati divani in marmo nero con cuscini di alabastro, sono raffigurati a sinistra, Bernardo Lorenzo Spada, vescovo di Calvi e a destra Giovanni Spada. Tocco finale: la balaustra! Al posto del solito parapetto marmoreo, troviamo due angeli che sorreggono un gran drappo dai colori sgargianti come quelli delle pareti. È solo toccandolo che ci si rende conto che è anch’esso di marmo.


Si resta davvero incantati davanti a questa meraviglia, ma in questa chiesa le sorprese non sono finite. Avvicinandoci all’altare, sul lato sinistro, si trova un’altra preziosa cappella: quella della famiglia Antamoro, dedicata a San Filippo Neri, che nell’adiacente convento della chiesa ha dimorato per circa trentatré anni, creando qui il suo primo oratorio. L’importanza della cappella sta anche nel fatto che si tratta dell’unica opera realizzata a Roma dal celebre Filippo Juvarra, uno dei principali esponenti del Barocco, che operò per lunghi anni a Torino, come architetto di casa Savoia.




(Gabriella Serio – I tesori nascosti di Roma)
(aletes.it)
(mondovagandosenzameta.it)

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