L'Asino che vola

agosto 01, 2020


“Guarda un asino che vola!” Questa espressione è tipica di quando si vuole prendere in giro qualcuno un po’ troppo “credulone”. Ma a Roma non è così: questa esclamazione può nascondere altro, soprattutto se ci troviamo dalle parti del Lungotevere Tor di Nona. Lui è un graffito che non può proprio sfuggire all'attenzione. È un simpatico asinello con un paio di ali azzurre, disegnato accanto alla finestra di un primo piano. 


La sua storia, possiamo dire, che inizia fin dagli Anni Trenta, quando, stretta e buia, soffocata dal Lungotevere che la sovrasta, la via fu sgomberata e gli abitanti trasferiti nei nuovi quartieri periferici. Si pensava di abbatterne le case per allagare il corrispettivo Lungotevere, ma il sopraggiungere della guerra fece sì che il progetto venne accantonato e le case rimasero abbandonate e disabitate, sempre più fatiscenti. Nel 1976 i cittadini si sollevarono in una protesta verso il Comune, che, fino ad allora, era rimasto sordo agli inviti, e raccolsero anche il supporto e la simpatia di molti ragazzi tra i 20 ed i 25 anni di età, tra cui molti studenti in architettura, che abbracciarono la causa di questo quartiere, di questa zona che chiedeva di essere risanata, ristrutturata, insomma a cui il Comune di Roma in qualche modo doveva dare attenzione; fra essi anche una giovanissima Isabella Rossellini, che disegnò il suo cane bassotto. 


I ragazzi dipinsero sui muri personaggi strani e divertenti: arcobaleni, arlecchini, uccelli, barcaioli e, in mezzo, la scritta “Riprendiamoci la città” (accanto ad un’altra molto famosa, il grido “Io sono mia” del movimento femminista dell’epoca. 


Quella manifestazione non ebbe immediatamente gli esiti sperati, la zona venne recuperata solo recentemente e i dipinti con il tempo si andarono logorando fino a scomparire. Rimase l’asino volante, quale simbolo rappresentativo della libertà e del sogno utopico. 


Nel dicembre del 2013 gli originari “writers”, insieme ai loro figli, grazie ad una autorizzazione del comune, hanno ridipinto su una parete della via un murales il più somigliante possibile all'originale del 1976. 


Ma il ciuchino è l’unico disegno originale rimasto. Passando di là ed osservando quell'asinello con le ali viene da riflettere che è vero che gli asini volano nei cieli degli ingenui o degli stupidi, gli stessi forse che credono alle utopie o al manifestarsi di cose meravigliosamente improbabili, ma a Roma i “miracoli poetici” come questo possono accadere ed allora si potrà raccontare di aver visto di fronte ai propri occhi un asino che vola!



(M. Silvia Di Battista – Roma curiosa)
(paoblog.net)
(rome.glocalizeyourself.com)

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