La Colonna di Santa Maria Maggiore

aprile 12, 2021

(foto @bellezzediroma su Ig)
La bella elegantissima colonna, che a piazza S. Maria Maggiore sostiene una Madonna bronzea proviene, come tante altre consorelle, costrette a convertirsi per salvare la vita, da un monumento pagano, in questo caso la Basilica di Massenzio che nel Medioevo prese anche il nome di Tempio della Pace o Tempio dell’Eternità. Questo nome usò Nicola Muffel, un nobile tedesco venuto a Roma nel 1452 al seguito dell’imperatore Federico III; ripetendo una leggenda che allora correva, Muffel scrisse che, secondo le antiche predizioni, il tempio “sarebbe durato fino a quando una vergine avesse avuto un bambino. Così il tempio crollò la notte in cui nacque il Signore ed ancora ne suole cadere qualche pezzo la notte di Natale… ha quattro grandi archi e una colonna che con quattro tese (misura che corrispondeva all'apertura delle braccia) io non potevo abbracciare”. Di otto colonne, era l’unica sopravvissuta.


Ma come fini a Santa Maria Maggiore? Ce lo racconta nel suo diario Giacinto Gigli: “
havendo Papa Paolo V determinato di alzare avanti la Chiesa di Santa Maria Maggiore una bella colonna, la quale stava nelle ruine dell’antichissimo Tempio della Pace, finalmente dopo molti ordegni fu la detta colonna alli 23 ottobre sollevata in aria dal suo loco da 60 cavalli e il giorno seguente che fu alli 24 fu calata e colcata sopra molti travi et legni apparecchiati per farla camminare a S. Maria Maggiore…” come avverte lo stesso Gigli, solo il 15 aprile 1614 la colonna fu alzata sul piedistallo “et si seguitò a lavorare sino al primo giorno di agosto, nel qual giorno fu finita di accomodare, et disarmata da’ travi nel modo che hora si vede”. Al Maderno che diresse i lavori e allestì il basamento con le aquile e i draghi borghesiani, furono pagati 16.400 scudi. Il presidente de Brosses scrisse nel 1739: “io non posso dirvi come dovesse essere il tempio, ma dico che questa colonna isolata è la più bella cosa che, nell'architettura, esista in tutto l’Universo; essa mi dà alla vista altrettanto, e forse ancor maggiore, piacere di qualsiasi altro edificio completo, antico o moderno, fornendomi l’idea del più alto grado di perfezione a cui l’arte sia mai arrivata…"

(Guida ai misteri e segreti di Roma)

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