La Basilica Ulpia

aprile 14, 2021

(Foto @anto81nio su Ig)
Gli uomini romani, delegando la noiosa amministrazione della famiglia alle donne, erano liberi di interessarsi della cosa pubblica e di seguire i processi, vera passione cittadina. Nelle sue “Passeggiate romane” Stendhal, paragonava il vivere quotidiano dei Romani antichi a quello dei napoletani del suo tempo, passato prevalentemente in strada. Scriveva: “frequentare le basiliche e i portici era come oggi andare al caffè, leggere il giornale, andare in Borsa o in società”. Egli considerava quindi la grande Basilica Ulpia, che proprio in quegli anni veniva scavata dall’amministrazione francese, niente più che “un immenso salone”. La basilica chiudeva la grande piazza del Foro di Traiano. Era divisa in 5 navate, quella centrale delimitata da colonne in granito grigio, le altre in marmo cipollino, tutte rialzate negli anni Trenta.


Una moneta ci permette di conoscere la facciata dell’edificio, rialzata su 3 gradini e divisa in 3 distinti settori corrispondenti a 3 diversi ingressi (quello centrale con quattro colonne sulla fronte, quelli laterali con due), ognuno con davanti una statua dell’imperatore. A coronamento dell’attico vi era un lungo fregio (forse poi riutilizzato nell’arco di Costantino); su di esso svettava al centro una quadriga e ai lati si trovavano dei trofei. Tutto intorno, forse, le insegne delle legioni che avevano servito l’imperatore contro i Daci.


Oggi possiamo ammirare solo gli scarsi resti del suo corpo centrale, le absidi sono state divorate dall’urbanizzazione: l’abside occidentale giace sotto via dei Fori Imperiali ed arrivava a pochi metri dall’attuale monumento a Vittorio Emanuele II, mentre quella orientale è coperta dall’attuale scalinata di Magnanapoli e dal palazzo del Gallo di Roccagiovine. A cosa serviva? Non tragga in errore il nome (che viene dal greco stoà basileios, portico del re, con riferimento al portico regio dell’agorà di Atene, da cui i Romani trassero l’idea di base), la basilica aveva infatti una funzione del tutto profana, civile, era un edificio nel quale si amministrava la giustizia e si svolgevano altre incombenze amministrative, tra cui anche la cerimonia di liberazione degli schiavi, che precedentemente si svolgeva nell’Atrium Libertatis (distrutto per far posto al Foro).



(Flavia Calisti - Alla scoperta dei segreti perduti)
(www.romasegreta.it)

You Might Also Like

0 commenti

POST POPOLARI