Il Cannone del Gianicolo

febbraio 19, 2020


Ai bambini piace assistere allo sparo di un cannone vero. A Roma accade tutti i giorni, alle dodici in punto, a cura di un raggruppamento dell’esercito che, con qualsiasi condizione meteo, provvede alla bisogna. Il rimbombo dello sparo un tempo raggiungeva ogni angolo della città, meno grande di quella di oggi e meno rumorosa. Oggi il raggio di percezione del “botto” è più modesto ma ancora bene avvertito in molti quartieri, specie la domenica. Sparano, a salve ovviamente, da una base sollevata dal terreno appena al di sotto del grande balcone del Gianicolo che regala un panorama stupendo della città. Pochi minuti prima di mezzogiorno un automezzo militare raggiunge il posto e cinque soldati si dividono i compiti, chi la vigilanza affinché la gente non si avvicini troppo, chi provvede ad estrarre letteralmente dal cunicolo-magazzino dove è custodito il cannone che è munito di grandi ruote, chi provvede alla carica del proiettile, grosso come un maxi barattolo di pomodori, chi aziona lo sparo con una cordicella a strappo, chi controlla e dà il comando verificando l’orologio interno, sicuramente fedele. Poi, in meno di due minuti, tutto viene riposto fino all'indomani. Una tradizione antica, questa, iniziata altrove e precisamente a Castel Sant'Angelo nel 1847 dal papa Pio IX, stanco di sentire le campane delle chiese “battere” un mezzogiorno non propriamente in contemporanea, quasi che l’ora fosse una opinione.
 

Poi passò “a tirar la botta”, ma per poco tempo, dalla sommità di Monte Mario, la collina che sovrasta piazzale Clodio e dove è posto un osservatorio astronomico, con valore, ormai e pressoché, solo storico. Di lì si sistemò in modo definitivo sotto la statua equestre di Garibaldi al Gianicolo.
 

Fece poi il suo dovere tutti i giorni senza interruzioni fino a quando, con l’arrivo della guerra e la concorrenza di più spaventose bocche di fuoco, cessò di farsi sentire. L’uso della cannonata di mezzogiorno fu ripristinato nel 1959, a furor di popolo televisivo, quando una seguita trasmissione del piccolo schermo, condotta da un pacioso e simpatico Mario Riva, ne propose con successo la reintroduzione. Dobbiamo sperare che spari in eterno, considerando che si ferma solo per le guerre vere.

(Rinaldo Gennari - Stravaganze romane)

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