Una brutta abitudine
aprile 01, 2020
Una firma sul muro. La riesco a
collocare solo in epoca moderna, non riesco a immaginare un uomo del passato
che si mette a incidere una data o il proprio nome sul muro. Mi pare un atto “sconveniente”
sconosciuto nel passato. Durante le visite a musei o palazzi, invece, mi sono
spesso imbattuta varie volte in queste datate curiosità, un po’ incivili. Le ho
trovate, tra l’altro, a Villa d’Este a Tivoli e addirittura nella Domus Aurea. E a
palazzo Altemps, una delle sedi del Museo Nazionale Romano. L’edificio si trova in piazza sant'Apollinare ed è assolutamente
da non perdere.
Bellissime le sale, spettacolare il cortile e la loggia. Nel palazzo si susseguono molte stanze ben adornate, ma ora parleremo di una in particolare, la Sala della Piattaia, chiamata così perché sulla parete un affresco riproduce una credenza su cui sono dipinti vasi, piatti e bicchieri. Le immagini sono riprese dai doni di nozze regalati in occasione del matrimonio tra Girolamo Riario e Caterina Sforza. Avvicinandosi all'affresco si notano però, neanche troppo piccole, le firme di qualcuno che ha visitato queste stanze in passato, prova che la brutta abitudine di lasciare al passaggio la firma – con tanto di data – non è solo dei giorni nostri.
(M. Silvia Di Battista - Roma curiosa secondo volume)
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