Il Marchese del Grillo
dicembre 13, 2019Non sappiamo con certezza se il
personaggio magistralmente interpretato da Alberto Sordi nel famoso film di
Mario Monicelli sia esistito davvero. Di certo, circolano numerosi aneddoti e
racconti proliferati attorno a una figura storica vissuta tra la fine del
Settecento e l’inizio dell’Ottocento, descritta come un nobile burlone dai modi
piuttosto singolari. La voce della gente è fulminea nel trasmettere le vicende
più curiose, condendole di fantasia e colore, al punto di offuscare il
personaggio reale dietro alla fama popolare. Ricercando tra i libri di storia e
gli archivi del Vaticano, però, emerge una figura riconducibile al famigerato
marchese. Si tratta del Marchese Onofrio del Grillo, originario di Fabriano, vissuto
a Roma durante il Settecento. Nonostante il titolo nobiliare, ricevette una
cospicua eredità che gli permise di entrare alla corte di papa Benedetto XIV
come palafreniere, cioè come affiliato a un ordine cavalleresco di stretta e
segreta collaborazione con il pontefice. Tracce del suo passaggio a Roma sono
nascoste in diversi luoghi. Il primo è la chiesetta di Sant'Anna, all'interno
della città del Vaticano, pochi passi oltre l’omonima porta. All'ingresso una
lapide ricorda i membri della confraternita dei Palafrenieri, tra i quali
spicca proprio il Marchese del Grillo. Nel rione Monti esiste una via che
prende il nome dalla nobile casata: è la salita del Grillo, dove ha sede l’austero
palazzo nobiliare tuttora di proprietà della famiglia.
È persino possibile “fare
visita” al noto burlone recandosi presso la chiesa di San Giovanni dei
Fiorentini. È qui che potrete rivolgergli una preghiera, proprio davanti alla
sua tomba. I racconti delle sue burle non sono stati tramandati da nessuna cronaca
del tempo, ma dai racconti del popolo, eloquentemente interpretati da Alberto
Sordi in tutte le loro singolari manifestazioni, incluso l’accanimento contro
gli ebrei romani. Il film cattura l’aspetto più giocoso e derisorio del
Marchese, però non va dimenticato che molti di quegli scherzi erano veri e
proprio soprusi di una nobiltà abituata a farsi scherno e a divertirsi alle
spalle (e spesso ledendo la dignità) della gente comune.
(Claudio Colajacomo - I love Roma)
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