La Casa dei Crescenzi
maggio 28, 2020La Casa dei Crescenzi in primo piano, a seguire il Tempio di Portuno e, sullo sfondo, la Chiesa di Santa Maria in Cosmedin |
Le due torri dell'EUR (foto internet) |
E ogni traccia ci ricorda quanto Roma sia cambiata
nei secoli. Sarebbe bello un giorno avere un diverso plastico (o una
ricostruzione computerizzata in 3D) per ogni diversa epoca, a ideale
continuazione dei due meravigliosi esemplari del Museo della Civiltà Romana, (se solo fosse possibile visitarlo!). Se
c’è infatti un abisso tra l’agglomerato di capanne della Roma dei Tarquini e la
grande Roma di marmo di Costantino, immaginate come dovesse apparire la Roma
delle Torri del Medioevo, la Roma dei Papi tornati da Avignone, con le grandi
basiliche e le nuove strade per i pellegrini, la Roma di Mussolini con i suoi
sventramenti e le borgate che iniziavano a divorare il verde delle campagne.
Ad
essere più colpita da quest’ultimi fu la Roma Medievale, vista, purtroppo, fino
alla metà del secolo scorso, come una superfetazione di scarso valore artistico
infestante le nobili strutture antiche. La Roma Antica era il giardino e la
Roma Medioevale la sua gramigna da estirpare. È così che, per liberare le
vestigia della Roma dei Cesari, si sono distrutti interi quartieri della Roma
dei Crescenzi e dei Frangipane. Un esempio ne è la realizzazione della via del
Mare, concepita come prosecuzione di via dell’Impero, chilometrica arteria
creata per congiungere Roma al suo litorale.
I cosiddetti lavori di
“liberazione” hanno cancellato uno degli angoli più caratteristici della città,
quella piazza Montanara immortalata in stampe e cartoline d’epoca.
Restano
però, ai due lati della strada, oggi via del Teatro di Marcello, due case,
piccoli simulacri della Roma baronale: la casa dei Crescenzi e quella dei
Pierleoni.
La prima, argomento dell'articolo, è uno degli edifici più curiosi della città, un acquerello
che rappresenta Roma sparita, sotto gli occhi di tutti, ma poco notato. Si trova
accanto al palazzo dell’Anagrafe, dalla parte prospiciente la Bocca della
Verità.
Quella dei Crescenzi era una potentissima famiglia che ha avuto fra i
suoi membri due papi: Giovanni XIII e Silvestro III. Di tanto potere, però,
oggi restano poche vestigia, alle spalle del Ponte Rotto: solo una parte di quella che era la
torre, risalente al XII secolo, dalla quale i Crescenzi controllavano il fiume
e parte della città. È conosciuta anche come “casa di Cola di Rienzo” o “Casa
di Pilato”. In realtà, nessuno dei due personaggi ha mai alloggiato in
quell'edificio. Il popolo, oltre alla proverbiale saggezza, ha anche una buona
dose di creatività. In questa casa si usava rappresentare il palazzo imperiale
di Ponzio Pilato, durante lo svolgimento della Via Crucis, mentre un’iscrizione, ben leggibile sul portale d’ingresso, cita il nome di Niccolò di Crescenzio, che
la gente ha corrotto erroneamente in Cola di Rienzo, sia per assonanza, sia
perché il tribuno romano era originario del rione Regola, non distante da qui.
La
struttura originaria, conservata ormai solo fino al primo piano, è realizzata
con materiali di reimpiego, tra i quali di particolare rilievo sono le mensole
con immagini di vittorie e geni alati. In facciata e sul lato che dà verso il
tempio di Portuno, delle iscrizioni ricordano Nicolao.
In particolare, la scritta sull'architrave
flesso che sormonta la porta principale recita così:
(Claudio Colajacomo - I love Roma)
(Flavia Calisti - La storia di Roma in 100 luoghi memorabili)
Il Quartiere Alessandrino prima dell'apertura di Via dell'Impero (oggi Via dei Fori Imperiali) (foto di Roma Sparita) |
Lavori per la realizzazione della Via del Mare (oggi via del Teatro di Marcello) (foto di Roma sparita) |
Piazza Montanara (foto Roma sparita) |
La Casa dei Pierleoni |
La casa dei Crescenzi |
La casa dei Crescenzi - facciata |
La casa dei Crescenzi - architrave con incisione |
"Nicolò, di cui è questa casa,
non fu ignaro che la gloria del mondo non ha nessuna importanza di per sé: non
fu la vanagloria a spingerlo a costruire questa casa, ma il desiderio di
rinnovare l’antico decoro di Roma. Nelle belle case siate memori dei sepolcri e
state certi, per Dio, che lì non resterete a lungo. La morte viene sulle ali;
per nessuno la vita è eterna, la nostra permanenza è breve e il suo stesso
corso è lieve. Se pure tu fuggissi il vento, se pure tu chiudessi cento porte,
se tu comandassi mille scorte, non ti coricheresti senza la morte. Se pure ti
chiudessi in un castello alto fino alle stelle, proprio là essa suole strappare
anche più velocemente chiunque lei voglia. Sorge verso le stelle la casa
sublime, la cui mole il grande Nicola, primo fra i primi, eresse dalle
fondamenta, per rinnovare il decoro dei padri. Del padre il nome è Crescenzo,
della madre Teodora. Questa mole illustre eretta per il caro figlio, il padre
che l’innalzò a Davide l’attribuì."
Oltre a dichiarare apertamente
nomi e cognomi dei legittimi proprietari del bel palazzo, la logorroica
iscrizione è un invito a riflettere sulla caducità della vita e l’impossibilità
di sfuggire alla morte. La torre crollò nel 1312, ma l’edificio continuò a
essere abitato fino al Quattrocento, quando divenne prima un fienile e poi fu
definitivamente abbandonato. Restaurata nel 1939, è proprietà del Comune ed ospita
il "Centro di Studi per la Storia dell’Architettura".
Il Tempio di Portuno a sinistra e la Casa dei Crescenzi a destra |
(Claudio Colajacomo - I love Roma)
(Flavia Calisti - La storia di Roma in 100 luoghi memorabili)
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