Le Madonnelle

marzo 03, 2020

Se ne contano oltre cinquecento, distribuite soprattutto nel centro storico, ma fino alla metà del XIX secolo erano addirittura migliaia e con i loro lumini rischiaravano la città ancora priva di illuminazione pubblica. Sono le edicole sacre, chiamate popolarmente “madonnelle” perché la maggior di esse contiene immagini della Vergine Maria, più raramente quelle della Sacra Famiglia, di Gesù e dei santi. 
Difficile non notarle: ogni via, ogni piazza, quasi ogni angolo dei vecchi rioni è addolcito dalla loro presenza. Svariatissime, poi, le dimensioni come pure le varie fogge. A partire dalle cornici, tonde o rettangolari e talvolta così vistose da colpire lo sguardo più delle raffigurazioni che accompagnano. Quelle più lussureggianti risalgono all'epoca barocca e mostrano decorazioni di fregi, nastri e volute, ma anche languidi angeli, cherubini, nuvole e raggi. Molto più sommessamente si affacciano, invece, le graziose e spesso sbiadite immagini, dipinte direttamente sul muro oppure su tela, scolpite in marmo o modellate in stucco e terracotta o ancora realizzate in mosaico. A loro protezione è spesso presente un caratteristico baldacchino dalle molteplici varianti e rifiniture di nappe e pendenti.
Anche i lumi che le completano hanno le forme più diverse e un tempo, quando erano a fiamma, venivano accesi dalla finestra più vicina, mediante un congegno a cerniera che consentiva di avvicinarli. Sembra che l'origine delle “Madonnelle” affondi le proprie radici nel costume degli antichi romani di collocare edicole sacre agli angoli delle strade in onore dei Lari, divinità preposte alla protezione dei viandanti. Con l’avvento del cristianesimo e il suo riconoscimento come religione ufficiale dell’impero nel IV secolo d.C., gli idoli pagani vennero sostituiti preferendo la città e i suoi abitanti affidarsi all'aiuto di Maria. Pochissime, però, le testimonianze dirette di edicole di età medievale perché è facile supporre che venissero rinnovate una volta danneggiate dalle intemperie e dalle spoliazioni. Quelle che vediamo risalgono per la maggior parte a un periodo compreso tra il Seicento e l’Ottocento,
anche se non mancano edicole moderne, realizzate tra il 1900 e il 1950 nei quartieri di nuova costruzione. Si tratta per lo più di opere di artigiani sconosciuti, un’espressione artistica genuina al servizio di una devozione popolare ancora viva, testimoniata da ex voto, fiori, ceri e in alcuni casi anche da centinaia di lapidi “per grazia ricevuta”, che compongono sul muro attorno un originale mosaico devozionale.
Ogni madonnella, d’altronde, racchiude storie di miracolose salvezze e guarigioni, di eventi sacrileghi e di fatti prodigiosi, il più celebre dei quali risale al 9 luglio del 1796. Non si sa bene cosa accadde in città in quell’estate di fine secolo. L’atmosfera era tesa, si viveva nel timore di un’imminente invasione francese, che in effetti poi avvenne nel febbraio del 1798; fatta sta che all'unisono, quel 9 luglio, quasi una trentina di immagini sacre della Madonna sparse per le edicole della città mossero gli occhi e piansero. Sembra che la prima a cominciare sia stata la Madonna dell’Archetto, in un vicoletto di via di San Marcello, seguita a ruota dalle altre.
L’evento soprannaturale, che si protrasse nell'incredulità generale per alcuni giorni, fu proclamato autentico dalla Chiesa dopo un lungo processo in cui deposero diversi testimoni oculari. Da allora il culto delle "madonnelle" si rafforzò notevolmente e un anno dopo i prodigi, Pio VI indisse una festa di solenne ringraziamento e nuove edicole si diffusero nella città a riprodurre le icone miracolose.


(Curiosità e segreti di Roma – Gabriella Serio)

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