Mozzarella fritta

febbraio 01, 2020

Le bufale furono introdotte nel Lazio dai Vandali di Genserico nel V secolo d.C., trovando nella Pianura Pontina e nelle sue paludi l’habitat ideale per prosperare. La provatura di bufala è l’antico formaggio non fermentato, a forma di provola, che si faceva una volta e che era usata in moltissime ricette della cucina romanesca. La vendevano gli ambulanti nell’epoca rinascimentale al grido di “è arrivata la marzolina!”, nome derivante dal fatto che i piccoli di bufala, a marzo, erano già stati svezzati e il latte poteva essere utilizzato dai pastori per il formaggio. L’origine del nome deriva dalla “prova” che faceva il casaro per controllare la filatura della pasta. Oggi è praticamente introvabile e viene sostituita dalla classica mozzarella di bufala.

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Mozzarelle di bufala
Farina
Uova
Pangrattato
Olio evo
Sale

Scaldate abbondante olio evo. Nel frattempo, tagliate le mozzarelle a fette. Sbattete le uova con poco sale. Infarinate le fette di mozzarella, passatele prima nell’uovo, girandole per far assorbire bene il liquido, poi nel pangrattato. Friggete in abbondante olio bollente, facendo dorare le fette da entrambi i lati. Passatele su carta assorbente, salate a piacere e servitele caldissime. 









(Francesco Duscio - La Romanesca)




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