Via di Porta San Sebastiano e Arco di Druso

febbraio 09, 2021

Passeggiare in via di Porta San Sebastiano, specialmente la domenica, (che, se non ricordo male, dovrebbe essere chiusa al traffico automobilistico), equivale ad immergersi in uno spazio senza tempo, tra gli alberi delle ville, gli alti muri di recinzione e alcuni casolari dall’aspetto antico. La strada si estende con una leggera curva e favorisce il senso della scoperta a ogni passo. Non si riesce mai a vedere davanti a sé per più di qualche decina di metri.


Lasciato alle spalle piazzale Numa Pompilio, con la bellissima villa/museo di Alberto Sordi di vedetta, ci incamminiamo verso Porta San Sebastiano e sulla destra incontriamo la chiesa di San Cesareo de Appia, costruita sui resti di un edificio romano del II sec. e riedificata alla fine del XVI secolo. La facciata semplice è preceduta da un protiro. 


Anche l’interno, che non ho mai avuto il piacere di vedere, trovando la chiesa sempre chiusa, è semplice, ad unica navata, con pregevoli affreschi nell’abside realizzati dal Cavalier d’Arpino. E' possibile visitare la chiesa la domenica mattina durante l'apertura dalle ore 10.00 alle ore 12.00. 
Per informazioni +39 338 4916838

(foto Roberta.1506 profilo Instagram)
Subito dopo la chiesa troviamo la Casina del Cardinal Bessarione, considerata una delle prime ville romane extraurbane del Rinascimento. Costruita su strutture sepolcrali del I sec. a.C., passa per una fase medievale, come sede ospedaliera prima e monastero di monache benedettine poi, per assumere tra il 1450 e il 1460 l’attuale fisionomia. Sembra certo, da alcuni documenti rinvenuti recentemente, che fosse residenza estiva del cardinale Giovanni Bessarione. L’elemento più importante è senza dubbio l’incantevole loggia, realizzata con colonnette di spoglio a capitelli dorici e ionici alternati, con una graziosa decorazione campestre visibile solo in parte, e una bellissima finestra a croce guelfa. Vi si accede da una scala esterna e conduce direttamente al piano nobile, era quindi passaggio obbligato per chi voleva entrare nella casa, a sostituzione di quello che era il cortile nella casa medioevale.

(Foto da Internet)
Continuiamo a passeggiare, immersi nel silenzio di questa strada fuori dal tempo, dove è difficile anche solo immaginare il caos che abbiamo intorno, con arterie trafficatissime come il Viale delle Terme di Caracalla, o via Druso che scende da san Giovanni, o ancora viale Guido Baccelli che scende da San Saba. Nel frattempo, siamo arrivati davanti ad un sito molto interessante, per visitare il quale, però, è necessaria la prenotazione e consigliabile la visita guidata con qualche associazione: il Sepolcro degli Scipioni, a cui ho dedicato un intero articolo, dopo aver effettuato la visita.


Ancora una leggera curva ed ecco davanti a voi, l’Arco di Druso, in tutta la sua imponenza vetusta. In realtà Nerone Claudio Druso Germanico, o Druso Maggiore, generale romano nato nel 39 a.C. e legato ad Augusto da stretta parentela, neanche sa della fortuna che ebbe per essere ricordato nei secoli. Infatti, l’arco intitolato a suo onore, lo fu per errore e molti secoli dopo la morte. L’arco è semplicemente la parte che resta delle arcate dell’Acquedotto Antoniano, diramazione dell’Acquedotto Marcio, costruito intorno al 211 d.C. per alimentare le vicine Terme di Caracalla, che venne decorato ed abbellito nel punto in cui attraversava l’Appia, e furono proprio queste decorazioni a trarre in inganno quanti lo hanno considerato un arco di trionfo in onore di Druso Maggiore.


Nel 275 d.C., venne costruita la Porta di San Sebastiano a difesa della nuova cinta muraria. In quella circostanza, il cosiddetto arco venne impiegato come controporta e collegato alle mura per formare una piccola corte fortificata. Simile a quella, ancora conservata, della vicina Porta San Paolo.

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(Claudio Colajacomo - Il giro di Roma in 501 luoghi) 
(sovraintendenzaroma.it)
(romasegreta.it)

 

 

 

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