Il Sepolcro dei Platorini

marzo 10, 2022


Se conosciamo alcuni aspetti della città prima della costruzione dei suoi muraglioni, il grande merito è senz'altro dell’artista Ettore Roesler Franz che, girando la città, armato di macchinetta fotografica, riprendeva tutti quegli angoli di Roma, che di lì a poco sarebbero inevitabilmente scomparsi, per far posto a quei muraglioni che avrebbero protetto la città, appena diventata capitale d’Italia. Da queste foto dipingeva i suoi meravigliosi acquerelli, oggi conservati nel Museo di Roma in Trastevere.


Fra questi, uno ritrae le rovine di un sepolcro romano lungo la sponda del fiume, a pochi metri dall’acqua.

(foto Internet)
Era proprio a ridosso delle mura cittadine, in quel tratto che da porta Settimiana giunge al fiume, molto vicino a Ponte Sisto. Ancora oggi possiamo vedere un torrione difensivo e un tratto di quel muro.


Per far posto a quello che sarà in seguito il lungotevere della Farnesina, le ruspe demolirono e spianarono quella zona. Il sepolcro fu accuratamente smontato pezzo per pezzo, numerato e catalogato. Qualche anno dopo, nel 1911, fu restaurato e ricostruito all’interno della decima sala espositiva del Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano, dove ancora oggi fa bella mostra di sé.


Risale al primo secolo d.C. e la cosa sorprendente è che, nonostante i suoi resti fossero visibili ormai da anni, probabilmente ritenendolo già depredato, nessuno si accorse che la sepoltura era invece intatta e inviolata. Delle nove urne ritrovate, sei erano ancora integre. Il sepolcro è a pianta rettangolare, in opera cementizia, completamente rivestita di travertino all’esterno, mentre l’interno è in cortina laterizia, con nicchie semicircolari e quadrate, all’interno delle quali sono state ricollocate le urne cinerarie dei defunti, riccamente decorate a bucrani, ghirlande e festoni di frutta.


La copertura era a volta e decorata di stucchi, il pavimento era a mosaico bianco e nero con emblema policromo. Tutto intorno alle pareti esterne un motivo di girali. Furono recuperate anche pitture di pregio, monili e una grande quantità di monete. All’esterno del sepolcro sono state sistemate le statue di Sulpicio Platorino e di sua figlia Sulpicia.


 

(Claudio Colajacomo - I love Roma)
(iviaggidiRaffaella.blogspot.com)
(Romasparita.eu)

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