Santa Maria degli Angeli e dei Martiri
gennaio 21, 2022Roma, come una enorme cipolla, è
fatta a strati e se dovesse farci lacrimare, sarebbero solo lacrime di commozione.
Metri e metri di Storia sorreggono i passi di ogni romano. Ci sono poi opere che hanno attraversato
secoli, restando pressoché integre, grazie a un cambio di “destinazione d’uso”.
Per esempio, il Pantheon, trasformato in Chiesa dedicata a Santa Maria ai
Martiri o alcuni resti delle Terme di Diocleziano, che si sono trasformati
nella meravigliosa basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, definita, per questo, la “basilica termale”. Quando si entra si prova un’emozione
unica: si ha la rara possibilità di passeggiare in un edificio romano
conservato nella sua integra volumetria.
È infatti ricavata sui resti del tepidarium
e del frigidarium del gigantesco complesso termale costruito da
Diocleziano fra il 298 e il 306 d.C. Erano il più grande stabilimento della
Roma antica, ancora più grandi di quelle di Caracalla.
(foto da Internet) |
Alla fine, dopo aver dato l’assillo a ben quattro papi, ottenne il permesso dall’esasperato Pio IV che diede mandato a Michelangelo, all’epoca già ottantaseienne e molto indaffarato. Così quello che fu a lungo un luogo deputato alla cura del corpo, si trasformò in uno dedicato alla purificazione dello spirito. Da vero uomo del Rinascimento, Michelangelo dimostrò una straordinaria sensibilità nel rispettare la struttura delle antiche terme e una straordinaria freschezza innovativa nel riadattare gli ambienti principali alla nuova destinazione d’uso.
Progettò un edificio dalla struttura singolare adottando
l’aula del tepidarium e sviluppando lo spazio lateralmente anziché
longitudinalmente con una pianta a croce greca. Alla sua morte il progetto subì
vari rimaneggiamenti, fino all’intervento settecentesco di Vanvitelli, che
stravolse l’impianto michelangiolesco, pur mantenendo il senso di grandiosità
della basilica, ovvero delle antiche terme, che resta l’aspetto più
affascinante di questo luogo.
Vanvitelli non si occupò solo del restyling
architettonico della “basilica termale”, ma sistemò anche gran parte del suo
apparato decorativo: trasportò da San Pietro numerosi quadri e grandi pale
d’altare trasformando la chiesa in una sorta di Pinacoteca.
Se vi interessano
le tracce degli angeli e dei martiri, ci sono anche quelle. Gli angeli sono
sparsi quasi ovunque, anche nelle cappelle, e completano l’apparato decorativo,
mentre i Sette Angeli cari a Lo Duca, sono protagonisti del quadro sull’altare
raffigurante la Madonna che allatta il Bambino: è circondata dai sette Angeli
Principi, ciascuno con in mano uno scettro e un cartiglio su cui è scritta la
sua funzione. Si tratta di un’iconografia rara, come particolare e poco noto, è
il culto dei Sette Angeli e sembra sia stato proprio il sacerdote siciliano a
far dipingere il quadro a Venezia, forse da Lorenzo Lotto o da un suo allievo.
In questa chiesa riposò Armando Diaz, trionfatore di Vittorio
Veneto, finché le sue spoglie non vennero portate nel cimitero di Oliveto
Sabino. La basilica, per quanto ampia e imponente, occupa solo una piccola
parte delle mastodontiche terme di Diocleziano e altri ambienti del complesso
sono stati riadattati nei secoli con varie destinazioni d’uso.
(foto romasegreta.it) |
1. Esedra (ripetuta nelle sue linee monumentali dal colonnato ricurvo dei palazzi)
2.3 Sale rettangolari, probabili biblioteche greche/latine provenienti dal Foro di Traiano
4.5 Sale rotonde ancora perfettamente conservate (di cui la 4 è ora San Bernardo alle Terme)
6. Natatio
7. Frigidarium
8. Tepidarium
9. Calidarium
10.11 Vestiboli e spogliatoi
12. Palestre
13.14.15.16 Sale (ora corrispondenti alla sede della Facoltà di Scienze Formazione e la 13 all'aula Ottagona sede dell'ex Planetario)
Dal 1889, i resti di alcune aule ospitano una sede del Museo Nazionale Romano,
mentre nel 1928 l’Aula Ottagona, forse parte anch’essa dell’antico frigidarium,
è stata trasformata nel Planetario, all’epoca il più grande d’Europa, oggi spostato all'EUR.
(Flavia Callisti – Alla scoperta
dei segreti perduti di Roma)
(Giulia
Fiore Coltellacci – I luoghi e le storie più strane di Roma)
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