Il Giardino degli Aranci o Parco Savello

gennaio 22, 2021


Dall’alto del Giardino degli Aranci, il posto romantico per eccellenza, Roma si mostra in tutta la sua bellezza. Il nome ufficile è Parco Savello, ed è una delle terrazze più belle di Roma, 7800 mq di verde e panorama mozzafiato sul colle dell’Aventino.  Il giardino irrompe in un varco nelle fortificazioni della Rocca dei Savelli, la famiglia che nel Medioevo aveva qui la sua roccaforte e a cui deve il suo nome; un tempo era parte dell’orto dei domenicani che abitano il monastero.


Tre sono gli ingressi, uno in piazza Pietro d’Illiria, con un meraviglioso portale proveniente da Villa Balestra sulla via Flaminia; gli altri sono in via di Santa Sabina e infine sul Clivio di Rocca Savella, dove si passeggia avvolti dal silenzio, ammirando i resti dell’antico castello della famiglia Savelli, ma quest'ultimo ingresso è sempre chiuso. 


Il giardino, realizzato nel 1932 dall’architetto Raffele De Vico, deve il suo nome alle tante piante di aranci che in autunno inoltrato donano all’aria un profumo inconfondibile. Avviamoci lungo il vialetto alberato per raggiungere la balaustra e affacciarci. Roma è là fuori, oltre il Tevere. Altari della patria, gianicoli e sinagoghe si mescolano in un solo colpo.


Difficile trovare le parole per descrivere il panorama di Roma, dal Medioevo ad oggi è cambiato tantissimo: prima il suo profilo sembrava quello di una sorella maggiore di San Gimignano, dove la maggiore difficoltà era assegnare ad ogni torre il nome della famiglia che l’aveva eretta, ora, invece, è scoprire il nome delle chiese a cui appartengono le tante cupole che si scorgono, tra cui quella, inconfondibile, di San Pietro.


Poi ci sono gli alberi del lungotevere che circondano l’isola Tiberina, i tetti di Trastevere e i ruderi, che ci ricordano che la città, una volta, dominava il mondo. Guardi la città dall’alto, l’abbracci tutta con gli occhi e ti rendi conto che non c’è niente fuori posto. La faccia si distende in un sorriso. E cominciano a mancare le parole.


Si resta ammaliati da questa città e seduti su una panchina, tra i fiori, ci si lascia avvolgere dal profumo degli aranci. È proprio sotto gli aranci che amava raccogliersi in preghiera anche San Domenico, che visse nel convento annesso alla vicinissima Basilica di Santa Sabina, la cui cella è ancora conservata anche se trasformata in cappella e sicuramente la presenza degli aranci nel parco non è un caso. Secondo la tradizione, sarebbe stato san Domenico a portare con sé dalla Spagna, sua terra d’origine, un arancio e a piantarlo nel cortile del convento all’interno del bellissimo chiostro, nel 1220. Non dobbiamo fare molta strada per sbirciare questo albero considerato miracoloso, visto che continua a vivere, fiorire e fruttificare, grazie ad altri alberi piantati sulle sue radici. Avviandoci verso Santa Sabina, in fondo, sulla sinistra dell’atrio che precede l’ingresso alla basilica, da un foro circolare fatto nel muro del portico, si riesce a vedere il cortile del convento e l’albero prodigioso.


La leggenda vuole che proprio da questo albero Santa Caterina abbia colto le cinque arance che poi, candite, donò a papa Urbano VI in Francia e sempre secondo leggenda, sarebbe il primo albero di arancio piantato in Italia, e dai suoi frutti furono ricavati semi per diffonderlo in tutto il territorio. E anche le decine di alberi del Giardino degli aranci, che confina con la Chiesa, sarebbero diretti discendenti del miracoloso arancio di San Domenico.



(Giulia Fiore Coltellacci - 365 giornate indimenticabili da vivere a Roma)
(Claudio Colajacomo - Il giro di Roma in 501 luoghi)
(Ilaria Beltramme - 101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita)
(Sabrina Ramacci - 1001 cose da vedere a Roma)

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6 commenti

  1. Signora Paola complimenti ha ripreso una delle zone più belle di Roma. Però senza mostrarla ai turisti potrebbe anche fotografare il degrado che esiste in zona Aventino, nelle vie limitrofe al,e Chiese importanti che ha nominato. Sporcizia, alberi non potati. Strade rotte e marciapiedi in parte inesistenti e completamenti rialzati dalle radici degli alberi soprattutto vicino zona Testaccio. Mi raccomando faccia un bel servizio e mi contatti che le mandiamo al responsabile del Comune di Roma signora Raggi che progetta la pista ciclabile sul raccordo o la funivia a Monteverde. Grazie ci conto

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    1. Purtroppo una mancata ricezione delle notifiche non mi ha fatto leggere questo e altri commenti ricevuti. Caro sconosciuto, sono d'accordo con lei circa le grandi problematiche della nostra città, ma dall'inizio ho deciso di incentrare questa mia pagina solo ed esclusivamente sulla bellezza di Roma. Pagine di denuncia sul degrado ce ne sono molte, ma io quando giro per la città, guardo il bello che c'è e quello voglio trasmettere, sperando in qualche modo di scuotere comunque le coscienze a fare il possibile per avere cura di quella bellezza. cordiali saluti

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  2. Sei propio brava anzi bravissima.Io sono nato a Testaccio ed era il mio parco anzi giardino preferito.Passavo delle ore a guardare il panorama.Stupendo.Grazie sei forte.

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    1. Grazie a te di questi complimenti, e mi scuso per il ritardo della risposta, ma solo ora mi sono accorta dei commenti.. purtroppo non mi arrivano le notifiche ... Comunque sei stato fortunato a nascere a Testaccio, cuore storico della città e ti sei goduto uno dei più bei luoghi panoramici di Roma!

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  3. Noi ragazzi ci andavamo a "rubare" le arance che però erano molto aspre e amare. Ci piacevano lo stesso ma quando eravamo sazi si cominciava a fare la guerra ad aranciate.
    Ho lasciato un commento su Facebook che credo possa essere interessante

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    1. Perdona il ritardo, non mi erano arrivate le notifiche di questi commenti e leggo solo ora... avrò letto invece sicuramente il commento su Fb .

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