La Porta Ardeatina e il Bastione del Sangallo
gennaio 04, 2021Lasciandoci alle spalle Porta San
Sebastiano, proseguiamo fino ad arrivare all’imbocco della Cristoforo Colombo.
A due passi dal moderno passaggio tra le mura, si scorge l’antichissima Porta
Ardeatina. Questo semplice passaggio secondario (la Posterula Ardeatina), che passa
quasi inosservato tra le Mura Aureliane, si distingue per l’architrave e gli
stipiti in travertino nel paramento murario in laterizio; è caratterizzato da
un solo fornice attraversato da una strada lastricata, di epoca romana, con
ancora i segni evidenti del frequente passaggio di carri, probabilmente un
diverticolo che univa la via Ardeatina alla via Appia.
Poco distanti i resti di una tomba incastrata nella parete, a conferma di quanto l’imperatore Aureliano avesse fretta di costruire l’opera, integrando qualsiasi cosa le mura incontrassero nel loro cammino. Oggi il nome della Porta è “usurpato” dai quattro grandi fornici aperti nel 1939, per realizzare via Cristoforo Colombo. Superata l’attuale porta Ardeatina, a un certo punto, la modernità antica si paleserà davanti a voi. Le mura si trasformeranno, diventeranno più tozze.
Siete giunti nel tratto del cosiddetto Bastione del Sangallo, realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane, nel 1542, per difendere la città dall’attacco delle truppe di Francesco I, alleato dei Turchi. Lo stemma farnesiano che campeggia sulla cima del bastione, dall’elegante aspetto rinascimentale, ricorda che la fortificazione faceva parte dell’ambizioso progetto militare di Paolo III Farnese, papa eletto sette anni dopo il terribile sacco dei Lanzichenecchi del 1527, e che, anche per questo, pensò di rinforzare l’intero circuito delle mura.
Vi sono racchiuse le tecniche difensive d’avanguardia per l’epoca. Per esempio, ci sono larghe aperture a scivolo, per scaricare olio bollente o pece infuocata sugli assalitori, e merli smussati per far rimbalzare lance e proiettili lanciati dalle catapulte. La storia racconta che l’assedio non avvenne mai e il bastione, fortunatamente, non servì a respingere le truppe turche. A noi rimane uno scorcio perfettamente conservato e immerso in un’atmosfera che smuove l’anima. Tutt’intorno la città che corre veloce verso il futuro.
(Sabrina Ramacci – 1001 cose da
vedere a Roma)
(Giulia Fiore Coltellacci – 365 giornate
indimenticabili da vivere a Roma)
(Claudio Colajacomo – Il giro di
Roma in 501 luoghi)
6 commenti
un luogo affascinante. Le mura erano sede di "scarichi urbani", mai sufficientemente indagati.
RispondiEliminaVero, troppo ignorate...
EliminaBellissima...
RispondiEliminagrazie :)
Eliminagrazie
RispondiEliminaa te, che sei passato a leggere!
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