La Villa dei Quintili

aprile 30, 2021


Passeggiando sulla Via Appia Antica, all'altezza dei tumuli degli Orazi e dei Curiazi, i protagonisti della vittoria romana su Alba Longa durante il regno di Tullo Ostilio, ci troviamo davanti ai resti di quella che era l’entrata principale della Villa dei Quintili. 
 

Talmente estesa era l’area sulla quale la villa sorgeva, che per molto tempo, durante il Seicento e in parte anche nel Settecento, si pensò che quei ruderi fossero gli ultimi lembi dell’Urbe classica, tanto da denominare la zona come la “Città Vecchia”. Verso la fine del Settecento e durante l’Ottocento vennero eseguiti gli scavi per riportare alla luce l’intero complesso. 


Fu Antonio Nibby a riconoscere che si trattava della villa di Sesto Quintilio Condiano e Sesto Quintilio Valerio Massimo, due fratelli, ambedue consoli romani. L’identificazione fu possibile grazie anche ad un’iscrizione presente su una tubatura, così come i bolli laterizi hanno permesso di datare la costruzione della villa agli inizi del II secolo d. C. La leggenda narra che i due fossero talmente ricchi da suscitare l’invidia dell’imperatore Commodo, al punto che, secondo un sistema ben collaudato, li accusò di aver congiurato contro di lui e li fece uccidere, impossessandosi dei loro beni, compresa la meravigliosa villa, che divenne residenza imperiale.
 

L’Appia era la più importante e antica delle strade romane, i cittadini romani di un ceto più elevato la sceglievano, quindi, per edificarvi le loro ville. C’era acqua in abbondanza, grazie alla presenza degli acquedotti Anio Novus e Claudio, aria buona e molta tranquillità. 


I Quintili avevano dotato la loro villa di statue, mosaici, terme; addirittura c’era un piccolo teatro e ambienti di servizio, case rustiche, camere da letto e di rappresentanza. Dopo vari passaggi di proprietà (risulta essere stata patrimonio immobiliare ecclesiastico e successivamente proprietà della famiglia Torlonia) oggi la proprietà della Villa è dello Stato, che dal 1999 l’ha aperta al pubblico.
 

Passeggiare fra i ruderi e godere del panorama che ci circonda è la cosa più affascinante e possiamo procedere o dettagliatamente, cercando di ricostruire, almeno con l’immaginazione, tutti gli edifici della villa, oppure vagare liberamente: perderci tra i ruderi, tra le piante che li circondano, respirare a pieni polmoni, e cogliere “la grandezza di una Roma vecchia sì, magari anche in rovina, ma pur sempre viva”.



(Ilaria Beltramme: 101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita 
Flavia Calisti: Alla scoperta dei segreti perduti di Roma
Sabrina Ramacci: 1001 cose da vedere a Roma)




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2 commenti

  1. Ottima idea, ti leggo sempre, complimenti!

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    1. Grazie! purtroppo non ricevo le notifiche dei commenti e mi accorgo sempre troppo tardi! Perdona quindi il ritardo nella risposta! ... e continua a leggermi ;)

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